LE PAROLE DI CALIGOLA SONO INDIMENTICABILI

La Repubblica
07.02.2011
Rodolfo di Giammarco

Anche il maestro lituano Eimuntas Nekrosius crede nel "cuore umano" come il Caligula di Albert Camus, e nel suo toccante spettacolo, da noi in prima europea, la romanità (già negata dall' autore) lascia spazio a un 800/900 militaresco alla Woyzeck, con l' imperatore folle a volte in divisa rossa, e la corte alle prese con pannelli ondulati poveri che sagomano recinti, scudi, piattaforme o un monolito che è un arco di trionfo. A far sì che regnino la frenesia dell' intelligenza, l' idea che si sia liberi solo a spese di qualcuno, ci pensa il Caligola imperturbabile e vaneggiante di Evgeny Mironov, direttore del Teatro Statale delle Nazioni di Mosca che qui dà attori e produzione. Con più coscienza d' un Giulio Cesare, il Caligola di Camus dispensa crudeltà ma assecon da la congiura ai suoi danni, e gli uccisori brandiscono in mano i pezzi dello specchio che lui infrangerà urlando "Alla storia!". Questo lavoro che mescola sassi (strepitoso, il finale sull' acqua dell' imperatore con la moglie Cesonia), bacinelle, lavabi, samovar e rotoli di poesie, e travestimenti da asylum, e che tocca l' anima quando Caligola dialoga con Scipione cui ha ammazzato il padre, è un lavoro fatto di parole e scene indimenticabili.