IL SOLE INGANNATORE 2: EXODUS

Marco Zucchi
05.22.2010
rsi.ch

Il giudizio: Inutile

Il film si conclude dopo due ore e trenta con la scritta fine della prima parte. E a quel punto la platea della proiezione stampa ha sghignazzato di gusto al grido di "ma non ne hai mai abbastanza?"

Un film magniloquente, dalla volontà epica, ricco di mezzi e di sfarzo, filmato da colui che in Russia pare spadroneggi nell'ottenere fondi governativi per il cinema. Sembra che dall'associazione che riunisce i registi russi, di cui Mikhalkov è presidente, siano usciti per incompatibilità tutti gli altri membri. Il che fa del baffuto Nikita il vertice di una assurda one-man association. Questo non c'entra con il film, ma forse vedendolo non è così vero. Quello che qualcuno ha definito il "Tornatore russo", per la pomposità formale e la volontà di potenza nell'abuso di grandi mezzi, ci regala un baraccone in stile romanzo ottocentesco che ricostruisce l'Unione sovietica della seconda guerra mondiale. Con tanto di Stalin, Berija, trincee maciullate dai carri tedeschi, tentativi di stupri nei granai, navi affondate, eroi maledetti come il generale in disgrazia Kotov (chi se non quel modestone di Mikhalkov medesimo?), crocerossine che sopravvivono a qualsiasi tragedia come la sua bionda figlia.

Il film è il sequel di quello omonimo del 1994. Si conclude con un'immagine alla Sergio Leone (la macchina da presa che parte da un dettaglio e arriva alla visione d'insieme) ma senza averne lontanamente la qualità: la giovane figlia di Kotov sta assistendo un soldatino che muore; lui chiede di guardarle il seno; lei si spoglia con pudore; intorno la città brucia devastata dalle bombe.

Giudizio: se si dovesse spiegare ad una classe di studenti il significato del termine "inutile", basterebbe far perdere loro 150 minuti della loro vita proiettando questo film.