POLEMICA IL REGISTA RUSSO CHIUDE LA GARA CON L'ACCUSA DI ESSERE "AMICO DI PUTIN"

05.23.2010
iltempo.ilsole24ore.com

Cannes – Il cineasta ribatte: non sono figlio del Totalitarismo

Aria di smobilitazione sulla Croisette dove stasera sarà consegnata la Palma d'oro di uno dei festival d'Oltralpe più contestati. Si è appena placata la polemica degli ex colonialisti francesi contro il Fronte di liberazione algerina, rievocato da Bouchareb in "Hors la loi", che ne spunta una nuova con Nikita Mikhalkov. Il cineasta russo ha chiuso il concorso (insieme con il torbido Frankenstein Project dell'ungherese Mundruczò) per raccontare in Burnt by the Sun 2. The Exodus (Il sole ingannatore 2) il prezzo pagato dalla Russia nella Seconda Guerra mondiale. Anche se il regista ha sottolineato che "non è un film pro o contro Stalin, ma una storia d'amore tra padre e figlia", non sono mancate le critiche. Come presidente dei cineasti russi, Mikhalkov è stato infatti accusato (da 87 registi) di totalitarismo, di poca trasparenza nella gestione dei fondi sul cinema nella commissione di cui fa parte e di essere troppo vicino a Putin, al potere sovietico, tanto da aver realizzato il film più costoso nella storia della Russia, per giunta bocciato da critica e pubblico. Ma Mikhalkov respinge tutto al mittente, replicando determinato: "Ci vogliono le prove per accusarmi. Il film non è costato 55 milioni di dollari ma 40, distribuiti tra la realizzazione de Il sole ingannatore 1 e 2, oltre alla versione televisiva in 15 puntate. Lo Stato ha dato solo 2 milioni di finanziamenti e i registi che hanno firmato l'appello per boicottarmi, alla fine, sono solo quattro gatti". Mikhalkov girerà tra sei anni anche la terza parte (La cittadella: Sole ingannatore 3) di una trilogia che considera "un'epopea sulla guerra, metafisica della rinascita e della distruzione, importante per mettere in luce fatti che prima era vietato svelare". Tra scene surreali, ricche di humour, violenza e arti amputati senza pietà, il regista mette in ridicolo la guerra che attraversa il mondo, quasi fosse l'unica via per raggiungere identità e benessere. ...